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7.05.2012 - Il taglio dei diamanti "Diamante taglia diamante": ecco il principio sul quale si basa la lavorazione di queste gemme.
Ciò che rende difficoltoso questa lavorazione è, in primo luogo, la durezza del diamante a cui si aggiunge la forma del grezzo e la eventuale presenza di inclusioni di varia natura.
I cristalli perfetti sono davvero rari ma il tagliatore deve dare alla gemma una forma perfetta.
Una volta deciso il taglio della pietra il cristallo deve essere spaccato (clivaggio) o segato tramite un sottile disco ricoperto di polvere di diamante fissato da olio di lino.
Le pietre possono essere segate anche con un laser che, con pietre problematiche, può impiegare solo 15 minuti invece di un mese con tecniche tradizionale.
Il diamante viene poi rifinito da un altro diamante su di un tornio ad alta velocità. Questa fase richiede un alta specializzazione nonostante l'alta tecnologia disponibile oggigiorno.
L'ultima fase consiste nella sfaccettatura della pietra durante la quale vengono create faccette ben definite a precisi angoli. Per questa fase viene usato un disco disposto orizzontalmente e usando polvere di diamante a granulometria via via più fine fissata con olio di lino. Un diamante finito a brillante, per esempio, dovrà avere 58 faccette compresa una faccetta chiamata culet all'apice inferiore.
Inutile dire che il taglio della gemma è una lavorazione cruciale nella luminosità del diamante. Se non vengono creati angoli ben definiti e precisi la rifrazione della luce nel cristallo non sarà ottimale e la pietra non avrà la caratteristica lucentezza detta, appunto, adamantina.
Se la forma del grezzo è imperfetta si può decidere di dare altre forme al diamante per diminuire la perdita di peso. Altri tagli possono essere quelli a cuore, princess, ovale, a pera, marquise, tapered o a gradoni detto anche taglio smeraldo. |
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